Caro Sottosegretario all’Editoria, Senatore Vito Crimi,
agli Stati generali dell’editoria, da lei convocati, l’editoria cooperativa non potrà fare sentire la propria voce. È infatti stata “invitata”, ma non potrà intervenire.
dal Corriere Romagna del 26/3/2019
Di che cosa ha paura, sottosegretario Crimi? Di sentirsi ripetere che il taglio al Fondo pubblico per l’editoria – di cui lui è il padre ed il cui obiettivo è, evidentemente, quello di limitare la pluralità e la capillarità dell’informazione oggi garantita dalla presenza in ogni Provincia d’Italia di una rete di giornali, settimanali, periodici, profondamente radicati nelle nostre storie personali, oltre che nelle nostre comunità – rappresenta un segno terribilmente chiaro di un’idea di Paese che tanti vogliono combattere?
Che cosa teme, Senatore Crimi? Di sentir citare l’articolo 21 della Costituzione: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure» e di ascoltare quindi parole che rappresentano la sintesi di un pensiero nobile, contrapposto alle parole volgari di chi ha paura di quel pensiero, semplicemente perché non sa contrapporre allo stesso nulla, se non una violenza verbale che ci riporta indietro di un secolo? Da che cosa ha timore, caro parlamentare della Repubblica Crimi? Che sentendo voci autorevoli come quelle della Cooperazione, prima o poi il Parlamento faccia valere la propria autonomia e scelga di salvaguardare il pluralismo dell’informazione, pilastro insostituibile di una democrazia liberale, evitando la chiusura di centinaia di testate locali che ci rappresentano ben più della somma di post e tweet che ormai caratterizzano troppi? Perché si spiega solo dietro queste paure, la volontà di inibire il diritto di parola della Cooperazione, che rappresenta tanta parte dell’editoria del nostro Paese.A meno che, come ha dichiarato Mauro Lusetti, Presidente nazionale di Legacoop, la sua non sia una “battaglia ideologica”. E questo, per lei che deve le sue fortune politiche ad un Movimento che fa della partecipazione democratica l’elemento fondamentale del suo dna, parrebbe sorprendente.Ed allora, Sottosegretario, Senatore Crimi, perché ha paura diascoltare tanti che non la pensano come lei?
Paolo Lucchi Sindaco di Cesena
P.S.: Naturalmente, in assenza di una risposta da parte del Senatore Crimi, sono bene accette anche le valutazioni dei tanti dirigenti romagnoli del M5S e delle altre forze di Governo, che in questi anni hanno spesso impartito dotte lezioni sulla necessità di essere trasparenti e di garantire sempre il diritto di parola a tutti…