Corriere Mercantile: commiato con gloria


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Ciao, sono l’ultimo numero del Corriere Mercantile. Domani la stessa sorte toccherà alla mia “sorella”, la Gazzetta del Lunedì. Da martedì sparirò dalle edicole. Poi sarò in vendita, ma su altri mercati. Quelli dove opera chi, sino ad ora, non se l’è sentita di comprarmi. Ho tentato di restare in vita in ogni modo. Aggrappandomi al solo elemento che era rimasto al mio interno, quando la liquidità è andata man mano esaurendosi e hanno iniziato a bussare alla porta i primi creditori. Se sono arrivato sin qui, è solo grazie alla professionalità e all’enorme e impagabile impegno di quei giornalisti, poligrafici, amministrativi, fotografi, collaboratori che tutti i giorni mi hanno confezionato. Mi hanno sempre voluto bene. Con i miei 192 anni, posso dire di esser stato per tutti un papà. Dal mio direttore più longevo, Mimmo Angeli, all’ultimo dei ragazzi che qui hanno imparato il mestiere. Sono sempre stato un’ottima “scuola”, e tutti me lo hanno riconosciuto: a cominciare da quei giornalisti diventati famosi a livello nazionale e che sempre hanno raccontato di aver iniziato con me. Ma sono anche una delle aziende storiche della città. Qualche anno fa, alla Camera di Commercio, venni insignito con una targa commemorativa. La mia città è capace di autocelebrarsi, un po’ meno, forse, di guardare al futuro. Per questo è iniziata la mia agonia. Mi conforta il fatto che in queste ultime ore che mi separano dalla sospensione delle pubblicazioni mi sono arrivate centinaia di mail, messaggi, ricordi, solidarietà. Tanti hanno espresso la speranza che possa tornare presto nelle edicole. Più forte, vigoroso e motivato di prima. Ho bisogno di qualcuno che creda in me, nella mia storia, ma anche in quello che di buono posso esprimere in chiave futura. Alla mia città continuo a voler bene, anche se mi ha lasciato malconcio. Voglio continuare a raccontarla quartiere per quartiere, comune per comune, nelle squadre di serie A come nel calcio dilettantistico e negli sport minori. Nel suo mondo culturale e negli spettacoli. Per questo non vi dico addio. Ma un arrivederci pieno di speranze. E siccome sono il più vecchio di tutti, vi raccomando un’ultima cosa: ora non piangete.

Articolo apparso sul Corriere Mercantile del 26 luglio 2015

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