#menogiornalimenoliberi. Anche l’Associazione Mazziniana Italiana aderisce alla campagna nazionale


L’Esecutivo nazionale dell’Associazione Mazziniana Italiana, riunito a Firenze il 22 febbraio 2015 su proposta della direzione e redazione del Pensiero Mazziniano e dell’Azione Mazziniana, aderisce alla campagna di comunicazione “Meno giornali. Meno liberi”, promossa da Alleanza Cooperative Italiane Comunicazione, Mediacoop, Fnsi, File, Slc-Cgil, Associazione Articolo 21, Federazione italiana stampa cattolica, Unione italiana stampa periodica, Associazione nazionale stampa online.

Sono a rischio oltre duecento testate quotidiane e periodiche in Italia edite da cooperative editoriali di giornalisti e poligrafici e associazioni onlus, centinaia di posti di lavoro di giornalisti, poligrafici, di migliaia di collaboratori retribuiti, aziende tipografiche, società distributrici, edicole. Fra i rischi di scomparsa anche giornali che hanno tradizioni più che secolari e sono le uniche a rappresentare i territori più lontani. Gravissime difficoltà si annunciano anche per i giornali e periodici delle minorane linguistiche (slovena, tedesca, occitana) e religiose (quasi tutti gli ordini religiosi della tradizione cattolica e gli organi di stampa delle confessioni ebraica, buddista, valdese), quasi tutta la stampa all’estero.

La riduzione di risorse pubbliche nel Fondo per l’Editoria presso la Presidenza del Consiglio dopo il drastico taglio 2013, ha ridotto ulteriormente la sua consistenza nel 2014 ed è completamente vuoto per il 2015 tanto che si pone la domanda della sua utilità in assenza di svolgimento delle funzioni per cui fu concepito dai legislatori.

Nella Costituzione della Repubblica Italiana, tuttora in vigore, il dettato degli articoli 3 e 21 non contempla soltanto l’astratto principio di libertà di lavoro e di informazione, ma anche la loro effettiva garanzia in un campo di così grande sensibilità nel rapporto fra il potere e i cittadini.

L’Esecutivo nazionale Ami, raccogliendo l’invito della stampa mazziniana, invita Governo e Parlamento a fornire una risposta positiva che scongiuri la perdita di organi d’informazione che non hanno alle spalle grandi capitali, ma rappresentano valori, comunità, territori che hanno un peso nella Repubblica e aderisce alla campagna “Meno giornali. Meno liberi”, invitando tutte le sezioni Ami ad aderire attivamente a livello locale.

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