Se non c’è informazione, se non c’è pluralismo, non c’è democrazia. Un’informazione plurale e libera è elemento essenziale della democrazia e non può essere lasciata a meccanismi di mercato. Il testo unificato delle proposte di legge per il riordino della disciplina del sostegno pubblico per il settore dell’editoria, approvato in via definitiva dal Parlamento, è fondamentale per garantire chiarezza e trasparenza e aiutare questo settore. Non sostenere l’editoria avrebbe significato mettere a repentaglio la qualità, la trasparenza e il pluralismo dell’informazione, nonché mettere in crisi l’occupazione nel comparto. Avrebbe significato vedere scomparire testate che raccontano la vita delle comunità locali, così come testate nazionali di grande valore culturale. Obiettivo di questa legge è assicurare diritti, libertà, indipendenza e pluralismo dell’informazione a livello locale e nazionale.
Il lavoro dei giornali locali, così come emerso e confermato anche dal convegno del 2 dicembre, è fondamentale e alimenta tutta la filiera dell’informazione. E’ utopistico e irreale pensare che una testata, in particolare locale, possa sostenersi con le copie vendute. E non si può neppure pensare di farne dipendere la sopravvivenza dagli introiti pubblicitari. Il fatto di poter accedere ad una parte di finanziamento pubblico è un elemento di libertà per queste testate. L’informazione locale è preziosa soprattutto per garantire il diritto di “essere informati” a quelle fasce di popolazione che non hanno accesso ai nuovi media, come gli anziani. Svolge un ruolo di socializzazione (si pensi ai bar e ai luoghi pubblici in cui sfogliamo e commentiamo i giornali), diventa occasione educativa nelle scuole.
Le testate locali sono l’ossatura della democrazia del Paese e intervento secondo criteri molto ben definiti da parte del pubblico, come prevede la legge, è necessario per tenere accesa la loro voce. E’ ovviamente cruciale in questo anche il tema del rigore e trasparenza nell’uso delle risorse pubbliche, richiedendo il rispetto di precisi criteri, con la necessità di eliminare sprechi e impedire usi impropri, destinando i fondi a realtà editoriali vere, che facciano informazione con diffusione reale.
Dopo l’approvazione della legge, la questione da affrontare in questo delicato momento per il futuro del Paese è quella della fase transitoria e dei contributi relativi al 2015, per fare in modo che le realtà editoriali ormai pressoché esauste possano avere le risposte attese e i fondi che le possano ristorare per la parte che è mancata fino ad oggi. Come sempre fatto sinora, manterrò naturalmente alta l’attenzione su questo aspetto.
TIZIANO ARLOTTI
Deputato PD