Le FAQ di #menogiornalimenoliberi: «Siete tutti di parte»


I giornali a contributo rappresentano le uniche voci dell’informazione autonome dai grandi poteri economici e politici. Sono infatti giornali editi da cooperatve di giornalisti e poligrafici o da associazioni, tutte assolutamente no profit.

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In Italia oggi, con l’attuale crisi del mercato editoriale, può permettersi di fare editoria non assistita solo il magnate o il grande gruppo industriale che può permettesi di avere bilanci in rosso perchè gli interessa controllare l’informazione per gli scopi del suo gruppo imprenditoriale (si definiscono editori non puri in quanto il loro principale interesse è in un altro settore economico, per esempio produrre auto, o calcestruzzo, o immobiliare eccetera).

I giornali a contributo rappresentano giornali che fanno informazione locale (quotidiani provinciali e regionali), o informazione sociale (settimanali cattolici o di altre religioni, settimanli rivolti alle tutela delle donne o agli studenti delle scuole superiori eccetera), giornali ipersettoriali che coprono l’informazione in settori non redditizi (sport minori, ecologia eccetera), giornali rivolti alle minoranza linguistiche (di lingua tedesca e slovena) o agli italiani all’estero (principalmente in America del Nord ed in America del Sud).

Senza questi giornali milioni di lettori rimarrebbero senza informazioni riguardo i propri interessi, molti comuni piccoli o grandi rimarrebebro sena copertura di informazione locale, dal momento che non interessano ai grandi gruppi editoriali.

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