Collina: «Stampa locale, un valore»


Meno giornali meno liberi. Parla il  senatore faentino del Partito Democratico, dopo l’arrivo al Senato della legge approvata alla Camera

 

RIMINI.  «Nonostante la crisi della carta stampata, resta innegabile l’importante funzione che viene svolta dai giornali locali nel nostro Paese, che devono avere il loro spazio poiché l’indipendenza e il pluralismo dell’informazione sono valori civili che vanno tutelati».

Il senatore faentino del Pd Stefano Collina è tra i membri della commissione Affari costituzionali del Senato, che sta prendendo in esame la nuova legge sull’editoria (tecnicamente si chiama Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione per la ridefinizione della disciplina del sostegno pubblico per il settore dell’editoria), dopo che questa è passata alla Camera.

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Al Senato la legge è stata appena “incardinata”, come si dice in gergo: in pratica sono stati compiuti i primi adempimenti per ricevere la versione approvata dai colleghi deputati e adesso spetta ai senatori valutarla, ovvero decidere se è il caso di proporre modifiche, oppure approvarla così com’è.

Senatore, il settore è preoccupato per la mancanza della ufficializzazione, a tutt’oggi, di un contributo che copra la vacatio legis per l’anno 2015, dato che il contributo 2014 è stato erogato e quello del 2016 dovrebbe scaturire dalla nuova normativa.

«La prima cosa da dire è che all’indomani dell’approvazione della Legge Delega, il Governo dovrà appunto emettere i decreti di attuazione della stessa entro sei mesi. In attesa dell’entrata in vigore definitiva, varrà il fondo straordinario stabilito per il biennio 2014/2016. Nella Legge sarà introdotto il Fondo definitivo che ingloberà quello straordinario.  Quindi il 2015 dovrebbe  essere trattato alla stregua del 2014. A mio avviso non ci saranno “buchi” nell’erogazione dei contributi».

La nuova legge serve anche a ridurre sensibilmente i soggetti aventi diritto al sostegno pubblico.

«Certo, la normativa fa chiarezza su quelli che sono i requisiti indispensabili per accedere al finanziamento, in modo che non riescano a ottenerlo un po’ tutti, com’era successo in passato, ma solo coloro che hanno caratteristiche ben precise per composizione sociale e tanti altri parametri. In più c’è anche una notevole attenzione all’innovazione, all’editoria sul web e alla riorganizzazione della distribuzione dei giornali».

Ora come vi muoverete?

«Sostanzialmente, per quanto mi riguarda, sarei favorevole a un mantenimento dell’attuale impianto normativo approvato dalla Camera, in modo da evitare di far tornare la bozza di legge a Montecitorio. Comunque noi, per regolamento, dovremmo esaminare e se è il caso assorbire anche parzialmente, i vari disegni di legge che sono stati presentati al Senato in materia. E come sa, ogni categoria in Italia gode di sostenitori e detrattori, e la stampa non fa certo eccezione. Ma personalmente sono ottimista per ciò che dicevo all’inizio e che è un po’ trasversalmente riconosciuto: il valore e la necessità di tutelare la stampa locale che è sempre un valido interfaccia tra i cittadini, gli elettori, la politica e le istituzioni, contribuendo alla democrazia grazie alla sua funzione di controllo e di stimolo».

di Salvatore Barbieri – dal Corriere Romagna del 20 aprile 2016

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