Zanotti (FISC): Settimanali a rischio in caso di consegna della posta a giorni alterni


Colpiti dalla durissima crisi dell’ editoria i settimanali diocesani – 190 testate, diffuse in tutta Italia, un patrimonio di informazione locale a vantaggio non solo dei cattolici – vivono con una nuova spada di Damocle sospesa sul capo da quando le Poste stanno valutando un piano per consegnare la posta a giorni alterni. Il che, spiega il presidente della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) Francesco Zanotti, “significherebbe la morte quasi certa dei giornali quotidiani e settimanali che basano il loro rapporto con gli abbonati sulla puntualità del recapito domiciliare”. La questione è stata posta dal presidente in un recente incontro tra i vertici della Fisc – Zanotti con i vicepresidenti don Bruno Cescon e Chiara Genisio – e i rappresentanti istituzionali Antonio Funiciello (collaboratore di Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’ editoria), Roberto Marino (capo dipartimento per l’informazione e l’editoria) e il suo vice Francesco Iannelli. Convocata in vista della riforma dell’editoria, la Fisc ha posto l’attenzione su due questioni: “Il tetto del 5% ai contributi per i periodici no profit e l’ipotetica consegna postale solo a giorni alterni”. La questione del recapito postale a giorni alterni e a scacchiera nei piccoli centri, per la Fisc, è “inaccettabile e discriminatoria per cittadini che sono già ora penalizzati, abitando in territori con meno servizi”. “I nostri giornali – rimarca Zanotti – si possono considerare come quotidiani che escono una volta la settimana” e, se venisse confermata l’ipotesi al vaglio dell’Agcom di ridurre a soli 2-3 giorni nella settimana il recapito, “questo comporterebbe per tanti nostri lettori l’impossibilità di ricevere il giornale in tempo utile, con una limitazione al loro diritto a essere informati puntualmente”. Per quanto riguarda il Fondo per l’editoria, invece, “abbiamo chiesto fin da subito, e quindi dall’anno di competenza 2014 – informa Zanotti -, l’eliminazione del tetto del 5% ovvero l’innalzamento di questa percentuale, affinché oltre alla decurtazione dovuta ai progressivi tagli del Fondo, i periodici no profit non siano ulteriormente penalizzati rispetto alle altre testate”. Su entrambe le questioni, osserva Zanotti, “il governo si è mostrato collaborativo e disponibile a cercare insieme una soluzione”. In particolare, sottolinea, “ha trovato riscontro nell’esecutivo la grande opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica condotta in questi mesi con la campagna ‘Meno giornali, meno liberi'”. Questo il quadro pratico, ma la Fisc si interroga anche sui rischi di “riduzionismo”: “per cercare di mettere un freno a bilanci sempre più in rosso, – rimarca il presidente – ci si rintana nel recinto. Si tagliano le notizie che vengono dall’ Italia e dal mondo. Si escludono i fatti meno ecclesiali. Ci si rifugia in casa, proprio come si fa quando si viene bombardati: si corre nei bunker. È esattamente il contrario di quanto domanda papa Francesco. Lui vuole una Chiesa in uscita, verso le periferie esistenziali e geografiche”. (ANSA). fisc

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