Valentina Ravaioli e Paolo Zoffoli (PD): «L’informazione libera è un diritto assoluto da difendere sempre»


«L'informazione libera è un diritto assoluto da difendere sempre»

FORLÌ. Il taglio retroattivo dei contributi al fondo per l’editoria cooperativa, non profit e diocesana deciso dal Governo, e la perdurante incertezza sul futuro del sostegno pubblico al pluralismo dell’informazione, rappresentano una forte preoccupazione anche per i consiglieri regionali del Pd forlivese, Paolo Zoffoli e Valentina Ravaioli.

Ed è proprio da un ex sindaco, primo cittadino a Forlimpopoli negli ultimi dieci anni, e da una giovane amministratrice reduce dall’esperienza di assessore alla cultura nella giunta di Roberto Balzani può venire la valutazione più obiettiva sull’incidenza per lo sviluppo del territorio di una informazione a più voci.

Baluardo. «Credo che i quotidiani locali svolgano un ruolo insostituibile – esordisce convinto Paolo Zoffoli -. Permettono, come un grande amplificatore locale, di diffondere le notizie, le informazioni e le opportunità; io come sindaco ne ho fatto largo uso per informare i miei concittadini».

«Di solito andavo in ufficio alle 7 di mattino – ricorda – e, d’abitudine, usavo i primi venti minuti, tutte le mattine, per leggere i tre giornali quotidiani locali. Era come un rito che avviava la giornata e apriva la finestra sul comune e sul territorio: notizie, dibattiti, comunicazioni; politica, cultura, sociale, scuola, sport e altro ancora. La lettura dei tre quotidiani, che a volte interpretavano i fatti del giorno e le notizie in maniera differente mi è sempre stata utilissima per conoscere in tempo reale tutto ciò che era doveroso sapere. A volte le notizie e il modo in cui venivano scritte e interpretate mi permettevano di iniziare bene la giornata, molto spesso meno bene, ma sempre con la presentazione puntuale di ciò che bolliva in pentola. Quando ho terminato l’esperienza da sindaco ho continuato a seguire con ancora più interesse i quotidiani che mi permettevano di rimanere al centro della vita della mia città e del mio territorio». Tutte premesse che fanno dire a Zoffoli che la «funzione “pubblica” di una pluralità di quotidiani locali sia da perseguire in tutti i modi e chi può deve cercare di mantenerla il più possibile. Alcune Regioni hanno contribuito con risorse proprie a permettere la sopravvivenza di questa pluralità: io credo che, nonostante i tagli e le ristrettezze dei bilanci, anche la nostra Regione dovrebbe fare lo stesso e per quanto mi sarà possibile mi impegnerò perché questo avvenga».

Minaccia. «Credo occorra mobilitarsi per tentare di scongiurare e respingere con fermezza la minaccia rappresentata dall’eventuale scomparsa di numerose testate giornalistiche – gli fa eco Valentina Ravaioli – specie nell’ambito dell’editoria cooperativa e no profit, a seguito dei tagli retroattivi decisi dal Governo e delle proposte, avanzate dal Movimento 5 Stelle, di tagliare in toto i finanziamenti pubblici».

«Si tratterebbe, senza mezzi termini, di un attacco violento alla libertà di stampa, al pluralismo e, dunque, alla democrazia: la garanzia di autonomia di espressione, da un lato, e di accesso all’informazione, dall’altro, costituiscono, infatti, un diritto fondamentale e inattaccabile, sancito dalla nostra Costituzione. La presenza di più voci, diverse tra loro per sensibilità e storia, offre a tutti noi un’irrinunciabile possibilità di approfondimento, secondo diversi punti di vista e prospettive, in quell’ottica di apertura e confronto che ci tutela dai rischi del monopolio e dalle imposizioni derivanti da aride leggi di mercato. Oltre a un’imprescindibile funzione di controllo, la stampa, specie sul versante locale, consente di conoscere la realtà del territorio, stimolando i cittadini a partecipare alla vita della comunità e pungolando chi riveste ruoli pubblici a compiere il proprio servizio fino in fondo».

«Ritengo, inoltre – prosegue la consigliere – che una riflessione vada fatta anche in merito a quei tanti giornalisti che rischiano il posto di lavoro, a tutti coloro che, spesso già costretti a fare i conti con una condizione di precariato selvaggio, continuano con serietà, passione e deontologia professionale ad operare nella ricerca delle notizie e nella verifica delle fonti, per offrire, nell’epoca del del “copia e incolla”, del “retweet” , della conoscenza superficiale “mordi e fuggi”, strumenti critici e di autentica crescita ai lettori».

«Aprire una fase di discussione in merito a possibili riforme – conclude Ravioli – anche alla luce di abusi e storture che in passato hanno interessato i finanziamenti pubblici all’editoria, può essere opportuno, ma certo questa aggressione generalizzata alla stampa, sull’onda della demagogia e del populismo, oltre che dei tagli lineari e indiscriminati, va condannata e combattuta, con profondo sdegno civico. Auspico che i rappresentanti delle istituzioni, ad ogni livello, si esprimano con chiarezza in questo senso, così come mi auguro facciano i cittadini, i quali non pieghino la schiena a coloro che vorrebbero trascinarli nello status, politico ed intellettuale, di sudditi inconsapevoli e facilmente manovrabili».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.