Raffaella Vitulano (Conquiste del Lavoro): «Il fondo per l’editoria va rifinanziato»


ROMA. E’ l’unico quotidiano sindacale al mondo e nella sua edizione giornaliera ha ormai trenta anni alle spalle. Conquiste del lavoro, edito dalla Cisl, è diretto dalla giornalista Raffaella Vitulano. A lei abbiamo posto alcune domande su storia, funzionamento e futuro di un giornale di servizio per il mondo del lavoro italiano.

Come è nato il quotidiano della Cisl, da quale storia proviene?

Conquiste del Lavoro, giornale della Cisl, è nato nel dicembre del 1948 per iniziativa del fondatore della Confederazione, Giulio Pastore. In origine settimanale, è divenuto quotidiano durante la segreteria Marini nel 1986, caratterizzandosi per essere – ancora oggi – l’unico quotidiano sindacale al mondo.

Che tipologia di giornalismo persegue nelle sue varie articolazioni?

In linea generale, si tratta sicuramente di un quotidiano specializzato su tutto quanto fa lavoro, welfare, tutele, diritti, economia e vertenze. Ci piace il giornalismo d’inchiesta. E abbiamo ormai da decenni anche una notevole specializzazione su temi europei ed internazionali. Il numero del sabato è arricchito da un inserto culturale, Via Po. E quindicinalmente abbiamo un altro inserto, Via Po Economia.

Avete un parco di collaboratori anche giovani nelle file della vostra redazione?

Certo. Lavorano soprattutto sulle tematiche a loro più vicino, come le start up, le situazioni di precariato, le tecnologie, il rapporto col territorio. Ci piace molto sperimentare, e per un anno abbiamo avuto anche una pagina di scrapbook (testi e disegni) curata interamente da una giovane grafica-giornalista.

Come gestite il rapporto con la distribuzione? Solo all’interno del sindacato e delle sue sedi?

No, non siamo un house organ. Siamo e resteremo un vero quotidiano specializzato, che non tratta solo di vicende interne ma affronta temi di carattere nazionale ed internazionale alla stregua di altri quotidiani. Per noi è motivo di orgoglio, e cerchiamo di esportarne i contenuti all’esterno il più possibile. Conquiste del Lavoro è infatti presente su Internet con un suo sito. E poi anche sui social network, da Facebook a Twitter, da Linkedin a YouTube e FreeRumble (in audio), con notizie, servizi e inchieste esclusive realizzate dai suoi giornalisti professionisti e dai suoi collaboratori.

State usufruendo dei contributi pubblici del Fondo per l’editoria ma come vi trovate ora con il pesante taglio dello stesso per il 2013 e le incertezze sul versante degli anni 2014 e 2015?

Queste decisioni stanno avendo un forte impatto sulla nostra testata. Da un mese, pur continuando a redigere tanto il quotidiano che la versione online, abbiamo sospeso stampa e distribuzione. Una scelta difficile e dolorosa per una testata storica. Ma i costi sono ormai diventati insostenibili. Stiamo lavorando a un nuovo piano editoriale: Conquiste del lavoro, che sarà diffuso online, dovrà raggiungere nuovi lettori e un pubblico più generalista. Per questo si articolerà su nuovi strumenti, soprattutto multimediali. E approfondirà la sua presenza sui social network. Cerchiamo di fare della crisi un’opportunità.

I sindacati hanno cominciato a prendere posizione. Camusso, ma anche Ragazzini. Cosa vi sembra opportuno chiedere al dibattito in corso per tentare di rifinanziare il fondo per l’editoria?

Intanto, riscontriamo una rinnovata attenzione del sindacato confederale ai problemi della categoria dei giornalisti. Oggi tutto il mondo del lavoro è attraversato da gravi problemi su cui il movimento sindacale è impegnato con grande senso di responsabilità. Le riforme del lavoro sono certamente importanti ma non risolveranno mai da sole disoccupazione e precarietà del lavoro, che esistono in larga parte purtroppo anche nella nostra categoria. Anche sul fronte del fondo per l’editoria, Renzi dovrebbe ricercare coesione e consenso. E da parte sua il sindacato non deve chiudersi a riccio, deve cercare ogni spazio negoziale per far valere la sua capacità contrattuale. Da questa crisi si esce solo uniti. Perché solo uniti si vince, tutti. Ecco perché c’è anche bisogno di rinsaldare il rapporto tra i grandi sindacati confederali e la Fnsi, in nome dell’autonomia, della libertà e del pluralismo della stampa, con una governance rinnovata in cui il ruolo dei lavoratori sia più tutelato, garantito e valorizzato attraverso una vera partecipazione alle scelte degli editori. Soprattutto di quelli puri che vogliono continuare ad investire nelle nuove tecnologie digitali, nella multimedialità e nelle nuove figure professionali.

Raffaella-Vitulano

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