Pacifico Banchieri (sindaco di Caselette e membro segreteria provinciale Pd): “Sosterrò i giornali locali per l’interesse di tutti”


Riprendiamo il nostro giro di interviste a personalità della politica, della vita culturale e sociale del nostro territorio, a cui abbiamo chiesto di contribuire alla campagna “Meno giornali meno liberi”, avviata a livello nazionale da giornali non profit, associazioni di categoria e sindacati (Alleanza Cooperative Italiane Comunicazione, Mediacoop, File, Fisc, Fnsi, Articolo 21, Slc-Cgil, Anso e Uspi) per salvaguardare il pluralismo dell’informazione ed avviare la riforma del settore dell’editoria.

Ad oggi si tratta di scongiurare la chiusura di 200 testate e la definitiva perdita di un patrimonio unico di notizie locali. Luna Nuova chiede la partecipazione dei rappresentanti territoriali, dei lettori e di tutti i cittadini, per sensibilizzare il governo in difesa del diritto primario di informare ed essere correttamente informati. Stavolta chiediamo di dire la sua a Pacifico Banchieri, sindaco di Caselette e membro della segreteria provinciale Pd con deleghe al lavoro autonomo e al commercio.

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Sindaco Banchieri, non crede che il ruolo dei giornali locali sia insostituibile nel panorama italiano dell’informazione? Chi se non l’informazione locale può dare voce alle realtà associative, politiche, culturali, sportive, delle periferie urbane come dei piccoli centri montani?

«Un ruolo insostituibile, quello dei giornali locali, sopratutto su alcuni temi del territorio. Perchè raccolgono notizie che i giornali a livello nazionale non raccontano, raccontano le storie delle persone che vivono questi territori e che agiscono in maniera volontaria con le associazioni e le amministrazioni. Sono davvero un segnale, un simbolo, una sorta di lievito per la democrazia. Una risorsa da non disperdere. Quelli della mia generazione che fanno politica da un po’ di anni sono cresciuti leggendo i giornali locali, perchè hanno sempre rappresentato un modo per crescere e far crescere a livello culturale, ma anche politico, il territorio. Non esagero se dico che sono insostituibili».

Non ritiene, come sostengono molti, che il pluralismo dell’informazione sia un “bene comune” da salvaguardare?

«Giornali come Luna Nuova hanno la fortuna di essere, dal punto di vista del pluralismo dell’informazione, unici. Non appartenendo ai cosiddetti poteri forti, riesce ad essere indipendente nell’informazione. E alcune tematiche che coinvolgono il nostro territorio sono state riprese in maniera eccellente dai giornali locali proprio perchè non hanno questi legami e non devono rendere conto a nessuno, se non ai cittadini che abitano nei nostri paesi».

L’editore di Luna Nuova è una cooperativa di giornalisti non profit: quale migliore garanzia verso i lettori?

«Il fatto che sia una cooperativa di giornalisti no profit è una garanzia assoluta per l’indipendenza e la democrazia del pluralismo dell’informazione. Bisogna far sì che questa opportunità preziosa non vada sprecata o perduta».

Piccoli giornali, con bacini di utenza circoscritti, non hanno la possibilità di accedere a grandi risorse e rischiano di morire stritolati da pochi grandi gruppi editoriali. Come avviene in tutta Europa, anche in Italia lo Stato deve intervenire in loro difesa?

«È fondamentale che lo Stato intervenga in difesa dei piccoli giornali. Oltretutto stiamo vivendo una crisi dell’editoria, all’interno di una crisi economica che da tempo impoverisce la nostra nazione. E che rischia di far morire le piccole testate, perchè gli sponsor diminuiscono e i contributi a livello regionale e nazionale anche. Il rischio è che questi giornali dal punto di vista economico non riescano più a stare in piedi. È assolutamente fondamentale che lo Stato reagisca, se vuole mantenere il pluralismo dell’informazione, e per non perdere questo strumento così importante per la democrazia italiana. Credo che come capita in altri stati d’Europa, anche in Italia lo Stato debba intervenire in difesa delle piccole testate che sono un elemento fondamentale per la democrazia dei nostri territori».

Se lo Stato non intervenisse, il mercato dell’informazione cartacea rimarrebbe in mano a pochi potenti. Con quali rischi per la democrazia?

«Il rischio è che la carta stampata resti solo nelle mani dei cosiddetti “poteri forti” e determinate battaglie politiche, che insieme ai cittadini si stanno combattendo, non si possano più fare, o ne escano parecchio indebolite. Penso quindi che le testate locali vadano finanziate in maniera giusta affinchè continuino a svolgere la loro preziosa opera sui territori».

Lei se la sente di sostenere la campagna nazionale “Meno giornali meno liberi”, attuando un’azione di lobbing assieme ad altri politici sensibili al questo tema?

«Mi sento di sostenere in pieno la campagna nazionale “Meno giornali meno liberi”, attuando per quello che è possibile e per quanto mi compete, grazie alla lunga militanza all’interno del Partito Democratico, un’azione di aiuto e sensibilizzazione affinchè questo tema possa essere da subito all’ordine del giorno del governo, per affrontarlo e redimerlo nel modo migliore per tutti quanti».

(fonte: Marco Giavelli, Luna Nuova – 22 maggio 2015)

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