I giovani di Zai.net mettono la faccia su #menogiornalimenoliberi “Basterebbe l’ala di un F35”


Non è il “solito” allarmismo, né la crisi economica, perché i tagli al fondo dell’editoria
che massacreranno pluralismo dell’informazione e posti di lavoro costeranno ben più del presunto risparmio, oltre a non essere certo decisivi a sanare i conti dello Stato. Per fare chiarezza e non aggrapparsi al qualunquismo diffuso che mette nel calderone della casta e dei privilegiati anche le risorse per l’informazione vera, anche se scomoda, i giornali editi da cooperative hanno deciso di intraprendere una campagna di comunicazione per farsi conoscere, “metterci la faccia” e rispondere a chi non crede più che tante voci siano sinonimo di democrazia; che anche un piccolo paese, una parrocchia, una nicchia culturale, l’ambiente, le donne, i giovani debbano avere uno spazio editoriale non dominato dalle leggi del libero mercato che li escluderebbe.
Noi di Zai.net, editi appunto da una cooperativa di giornalisti, Mandragola Editrice, riteniamo di rappresentare uno dei tanti esempi virtuosi, ma ne conosciamo molti altri. Per questo abbiamo aderito con convinzione alla campagna #MENOGIORNALIMENOLIBERI promossa da Alleanza delle Cooperative Italiane Comunicazione, Mediacoop, Fisc, File: una battaglia per il pluralismo, la libertà d’espressione, la cultura, la democrazia garantiti dalla nostra Costituzione e dalla Carta fondamentale dei diritti dell’Unione europea. Chiediamo quindi ai nostri lettori e amici di aderire alla petizione su Change.org affinché possa essere più forte la nostra voce verso Governo e Parlamento. L’obiettivo? Far approvare misure urgenti per sal vaguardare le testate edite da cooperative e associazioni no profit a rischio di chiusura e richiedere l’avvio immediato di un Tavolo di confronto sulla riforma dell’intero sistema dell’informazione. Pensate a un mondo senza questi giornali impegnati da an ni a narrare con voce indipendente esperienze, testimonianze, inchieste connesse a specifiche aree di aggregazione sociale e culturale (come quelle di genere, dei giovani, delle scuole, dell’ ambiente, del mondo dello sport minore, del turismo sostenibile), o a tematiche di particolare rilevanza a livello nazionale (legalità, lotta ad ogni forma di criminalità organizzata e ad ogni mafia, giustizia) con l’informa zione italiana in mano a pochi grandi gruppi editoriali. Le conseguenze sociali ed economiche? Gravissime. Ad esempio, la perdita di circa 3.000 posti di lavoro tra giornalisti e poligrafici e sull’indotto di tipografi, giornalai, distributori e trasportatori, per le loro famiglie e per le economie locali nel loro complesso; l’aumento rilevante dei costi per lo Stato derivanti dal ricorso agli ammortizzatori sociali; ben oltre 500 milioni di pagine di informazione in meno ogni anno a disposizione dei lettori. “Ridurre al silenzio scrive il filosofo John Stuart Mill ne “La libertà l’espressione di un’opinione è un male particolare, perché deruba la specie umana: deruba tanto i posteri quanto la generazione attuale, deruba chi dissente da quell’opinione ancor più di coloro che la condividono”. E poiché non vogliamo piangerci ad dosso, non sarebbe lo stile di Zai.net, abbiamo chiesto ad ogni reporter di inviarci una propria fotografia con in mano la prima copia su cui ha scritto: qui trovate le prime arrivate in redazione, ma è un work in progress!

(Da Zai.net di gennaio-febbraio 2015)

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