Endas aderisce a #menogiornalimenoliberi


Alla campagna nazionale di comunicazione “Meno giornali. Meno liberi” aderisce anche Endas, che risponde alle nostre domande con il suo presidente nazionale Piero Benedetti.

L ’associazionismo democratico e sociale rappresentato nel mondo ricreativo e culturale dell’Endas e dei suoi circoli ha una forte e storica consapevolezza dell’importanza dell’articolo 21 della nostra Costituzione, come interpretate nel vostro dna la libertà di stampa e la garanzia del pluralismo dell’informazione?

Abbiamo aderito alla campagna nazionale “Meno giornali. Meno liberi”, al di là della questione del Fondo per l’editoria perché alla base del nostro impegno quotidiano c’ è tutta la memoria storica del nostro percorso nell’associazionismo. Un impegno profuso con grande passione finalizzato a diffondere i principi del libero associazionismo, della libertà di espressione e informazione. Ispirarsi ai principi costituzionali è stato ed è il nostro obiettivo, un sostegno quotidiano al nostro lavoro di ricostruzione di quel tessuto sociale distrutto dalla guerra che ha segnato profondamente oltre la situazione economica del paese, soprattutto l’animo della popolazione. Il libero associazionismo è stato il motore di quel profondo cambiamento rappresentato della libertà di espressione! Endas fin dalle sue origini nel dopoguerra, è stata capace di fare “rete” e ne ha rappresentato l’interprete più adatto.

Endas a sua volta ha un filone di informazione e comunicazione interno all’associazione che serve per comunicare i suoi eventi, le sue idee e manifestazioni ai circoli che sono oltre 4mila e alla vasta platea dei soci che sono numerose decine di migliaia sparsi in tutto il Paese.

La rivista “Progetto dopo il lavoro” è la rivista edita dall’Endas nazionale è diretta da Arianna Tavarini, giornalista pubblicista. Scopo della pubblicazione è quello di divulgare le tante attività che riguardano il mondo Endas: dallo sport al sociale, dalle relazioni internazionali al turismo. Essenziale è l’apporto dei Comitati regionali dell’Endas che collaborano fattivamente con la redazione giornalistica. Per rendere ancora più produttivo questo strumento di comunicazione e di promozione invitiamo sempre tutte le associazioni ad inviare materiale da pubblicare. La nostra testata è nata come risposta di informazione al fine di rendere partecipe tutti delle esperienze positive che Endas promuove tra i propri affiliati. Le idee, i progetti dei nostri soci diventano parole e racconti per meglio rappresentare le “ buone pratiche”. Ogni socio in questo modo è protagonista della vita associativa. L’impegno dell’associazione è sicuramente molto oneroso, ma non raccontare queste storie sarebbe come abolire un diritto alla libera espressione, far seccare l’albero delle idee.

Quale vi sembra l’argomento più forte per sostenere la campagna “Meno giornali. Meno liberi” che difende il presente e il futuro di oltre 200 fra quotidiani e periodici editi da cooperative di giornalisti e poligrafici e associazioni non profit?

Direi che l’opportunità che i giornali “classici”, quelli cartacei e nella fattispecie quelli locali, danno ai lettori è quella di una professionalità nell’informazione, della possibilità di esprimere il dissenso segno concreto della libertà di espressione in tutti i territori in cui si articola la vita civile. Endas è disposta a diffondere tramite i propri canali e le proprie testate la libera informazione per difendere la libera espressione. Del resto è questa una nostra caratteristica direi storica e naturalmente al di là delle forme è quello che difendiamo in questa campagna di comunicazione. Alla quale abbiamo aderito senza nulla rinunciare al nostro spirito e alla nostra autonomia.

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